Credo che per comprendere appieno questo camino, per poterne comprendere a fondo la Forza e la Grazia (due caratteristiche che solo nelle opere d’arte d’alto livello possono coesistere), sia necessario conoscerne anche la storia.
Per questo ora vi tedierò con una lezione di Storia dell’Arte tanto lunga che neanche lo Sgarbi nazionale potrebbe propinarvi, ma che volete farci, mia moglie dice che nei miei commenti son logorroico e presuntuoso (e magari ha ragione lei, io mica posso ergermi a giudice di me stesso, no?) mentre io, invece, penso che se non esprimessi tutto quanto sia di mia conoscenza (per poco che sia) sul caminetto che sto presentando, sarei in difetto con il lettore e possibile acquirente di questo importante oggetto d'arte.
Nasce da lontano, l’architettura di questo camino, addirittura dal Cinquecento, e nasce a Firenze, culla del Rinascimento stesso, nasce nelle ville dei Medici e dei maggiorenti dell’epoca. Inserisco una immagine molto rappresentativa di “camino rinascimentale” tra quelle del caminetto che vi sto presentando, così capirete al meglio quanto sto scrivendo..
Quasi sempre i suoi piedi erano leonini (a significare ed ad esaltare la Forza dei suoi proprietari) e le sue gambe, salendo, si mutavano in mensole (chiamate all’epoca “modiglioni”), mensole spesso decorate con sculture di foglie d’acanto, mensole che a loro volta sorreggevano il frontone, sul quale, in genere, oltre a qualche decorazione più o meno classica, potevano apparire scritte in latino con nomi e date oppure stemmi e/o blasoni vari.
Nel tempo, questa architettura (chiamiamola così “rinascimentale”) ebbe buon gradimento, divenne, insomma uno stilismo “ sempreverde”, magari diminuendo i camini di volume (mica tutti possedevano ville medicee..) ed anche di decori (gli scultori veri costavano molto anche allora, quindi ci si contentava degli scalpellini sottocasa), sinché..
…sinché arrivarono (siamo ai primi anni dell’Ottocento) gli stilisti francesi, gli “Ateliers des Arts” parigini in testa e, cosi come era già accaduto nel passato e cosi come accadrà di nuovo nel futuro, si appropriarono di questo stilismo. Come?! Semplice, cambiandogli nome (all’inizio lo appellarono Carlo X) e riducendone generosamente le dimensioni affinché questi loro caminetti Carlo X potessero inserirsi nelle case dei borghesi francesi, le cui abitazioni erano, appunto, di dimensioni più piccole di quelle dei nobili, degli alti prelati e dei Berlusca dell’epoca, cioè dei soli che sino a pochi decenni prima potevano permettersi di alloggiare camini di grandissime proporzioni nelle proprie magioni. I camini “Carlo X”, una volta rimpiccioliti sono, paro paro, i camini cinquecenteschi rinascimentali ed italianissimi. E lo sono anche nei particolari (vedasi le zampe leonine) non solo nella struttura architettonica.
Ma … il nostro non ha le zampe leonine… Come mai?! Se mi fate questa domanda vuol dire che non siete stati attenti, quindi dovrei bacchettarvi, ma vi perdono perché, chissà mai, magari un giorno potreste diventare miei clienti e quindi, per mere questioni pecuniarie, insomma, vi perdono. Ora rispondo al vostro quesito: Sopra ho scritto che “inizialmente” i francesi scopiazzano il nostro stilismo rinascimentale e gli metton nome Carlo X ma ben presto (10 o 15 anni in tutto) arriva al trono un nuovo regnante (Luigi Filippo, detto anche “Il re di luglio”) e quindi qualcosa nello stilismo francese deve cambiare, sennò come farà il nostro Filippo a passare alla storia dell’Arte?! Con molto tempismo e poca fantasia, gli Ateliers des Arts (erano questi architetti comandati, appunto, a far passare alla Storia dell’Arte i loro regnanti e guai se non ci riuscivano!!) modificano il guerresco piede leonino del camino Carlo X (che a quel punto in Italia veniva chiamato “Tardo Impero”) con un più dolce “ricciolo” (da cui il nome ”Rouleau”). Per il resto nulla cambia, salvo che nello specifico del nostro esemplare, abbiamo un’ulteriore “aggiustamento” che potremo definire “storico-stilistico”: La caratteristica foglia d’acanto che decorava i camini rinascimentali italiani e successivamente i primi camini Carlo X, qui diventa una foglia di palma, quella che anche tuttora i moderni scultori chiamano, familiarmente “Palmetta”.
Ma questa variante al tema generale non deve indurre in inganno, far pensare a chissà quali stravolgimenti stilistici, il fatto è che detta palmetta veniva affibbiata a qualunque oggetto, tavolo, credenza, sedia o, come nel nostro caso, camino, con cui si volesse in qualche modo richiamare l’attenzione alla Campagna d’Egitto, render onore all’imperatore NapoleoneI° e soprattutto contribuire (semmai ce ne fosse stato bisogno) alla maniacale “Grandeur” della nazione francese.
PARIGI E’ STATA LA SUA DIMORA NEGLI ULTIMI DUE SECOLI, LA SUA SCULTURA, INVECE, DATABILE ALLA PRIMA META’ DELL’OTTOCENTO, E’ AVVENUTA IN TERRA DI FIANDRA, LA STESSA TERRA DA CUI VENIVA ESTRATTO IL SUO NOBILISSIMO MARMO, OGGI UNIVERSALMENTE APPELLATO “NERO DEL BELGIO” (IN FRANCIA LO CHIAMANO “NOIR FIN”), MARMO ATTUALMENTE ESTINTO , TANTO CHE IL PREZZO DEGLI ULTIMI "BLOCCHETTI" RIMASTI IN COMMERCIO E’ OGGI GIUNTO A LIVELLI STRATOSFERICI (PIU' O MENO AD € 2000 -DICASI 2000 !!!) IL MQ PER LASTRE DI 2 CM DI SPESSORE.