CAMINETTO "LANGUETTES" IN MARMO "BIANCO P" (OGGI APPELLATO "BIANCO GIOIA" DAL NOME DELL'UNICA CAVA RIMASTA IN ATTIVITA').
IL MICHELANGIOLO BUONARROTI NON L'AVREBBE SCELTO PER LA SUA PIETA', MA RIMANE UNO DEI PIU' IMPORTANTI E RAFFINATI MARMI CARRARINI, DICIAMO CHE LA SUA FAMIGLIA DI APPARTENENZA, PUR NOBILISSIMA, E' SECONDA RISPETTO AL CASATO DEI MARMI STATUARI.
Impianto architettonico classico Napoleone III (1860/80), classico "FLEUR OVALE" ( REALIZZATO SCOLPENDO UNA COPPIA DI CONTRAPPOSTE FOGLIE D'ACANTO) al centro del frontale ed altrettanto classica coppia di "ROSETTE PARIGI" ai lati dello stesso frontale. Insomma, qui la classicità di linee ed ornato la fa da padrona.
Propone, questo caminetto, la sua elegante sobrietà, non cerca di vezzeggiarci con troppi fronzoli floreali o fogliacei, di blandirci con decorazioni aggiunte, lui si contenta, a mio parere con lusinghieri risultati, di mostrare la sua personalità dall'eleganza discreta più che la sua persona ingioiellata.
Una bellezza, insomma, "alla Caterine Deneuve" più che "alla Ferilli".
Rispetto a suoi fratelli "TROIS FLEURS" più ricchi di carico decorativo, però, ci viene a costare quasi la metà.
Ora vi piace di più, vero?!
PROVENIENZA PARIGI, EPOCA COSTRUZIONE II° META' OTTOCENTO (PERIODO SECONDO IMPERO), OTTIMA (ALLA LETTERA)CONSERVAZIONE.
ECOLOGIA ED ANTICHI CAMINETTISul mio comodino ho un testo di quelli apparentemente "leggeri", od almeno così credevo che fosse, a giudicare dalla sua copertina e dal suo titolo: "Mao perchè sei morto" di Massimo Bucchi, più o meno da me considerato sinora un semplice "cartoonist".
Devo dire invece che anche questa lettura si è rivelata interessantissima, direi.. "fulminante" e poichè non posso qui riassumervela compiutamente, ho scelto tra tutte, una vignetta che vede raffigurato un prete al capezzale del morente.. Il prete sta chiedendo al morente se ha qualcosa di cui pentirsi e questo signore, con la generosità e la fermezza dei momenti importanti dipinta in volto, gli dice: "LASCIO A MIO FIGLIO IL CERINO ACCESO".
Come a dire: Di questo mondo abbiamo fatto una pattumiera, fisica e morale, e ce ne siamo pure accorti ma non abbiamo fatto nulla per metterci una pezza, questo è il mio peccato più grande e questo rende più grande il mio dolore ora che me ne vado e devo lasciare questa discarica a mio figlio, il quale dovrà, incolpevole, provvedere alla sua pulizia.
Che c'azzecca questo mio discorso con il commento d'un caminetto ottocentesco?
Beh, nella mia vita posso dire d'aver provato, sin dall'inizio della mia attività, a tener pulito questo mondo, infatti per ogni caminetto che io raccolgo, restauro e vendo, c'è un pezzo di montagna che non viene cavata e scarnificata...
So bene che non sia facile credermi sulla parola, ma io pensavo a queste cose anche quasi mezzo secolo fa, al mio primo muovere nel campo del recupero, confortato nel pensiero di un inevitabile e certo successo (come si è giustamente illusi a vent'anni !!!) dal fatto che un caminetto antico è più "bello", più "vero", più "affascinante", più "artistico" e più "risparmioso" di uno nuovo, odorante di plastica ed acidi...
Un poco ho avuto ragione, più o meno al 2-3-4 per cento delle antiche aspettative.