Già nella titolazione di questa scheda abbiamo una importante notizia sul valore di questo esemplare Pompadour Pied Galbé, cioé il fatto che esso sia stato scolpito in uno dei marmi più raffinati, più costosi e sempre a la page da quando (circa duemilacinquecento anni fa) i romani lo scoprirono dopo la conquista di Veio, capitale dell'Etruria. Mica facile. eh, rimaner sulla cresta dell'onda per 2500 anni, non credete? Beh, io penso (e son certo che anche voi sarete d'accordo con me) che un motivo ci sarà, a giustificazione di tanto perdurar del suo successo.
Ma questo specifico esemplare possiede anche qualche altra freccia al suo arco e, semmai le immagini non rendessero chiaro quanto sto per dirvi, venitelo a veder de visu, questo importante camino, e non potrete non essere colpiti ed affascinati dall'impressione di autorevolezza, di forza e potenza che esso esprime e comunica a chiunque lo veda.. E la cosa forse più interessante, più affascinante, sta nel fatto che la sua fisica autorevolezza sia felicemente commista alla delicata elegante bellezza della sua veste marmorea.
Rileggendo "a freddo" queste parole appena scritte, mi vien di pensare che chi le leggerà le possa trovare esagerate.. Vi garantisco che quello che ho provato io non potrete non provarlo anche voi semmai lo vedeste, provare per credere!
Vabbè, non continuerò in questa piacevole "esagerazione", vi dirò solo che il suo stato di conservazione é perfetto, che il suo ritrovamento é avvenuto in quel di Parigi (non poteva essere altrimenti), che la sua fattura é italianissima (Sarzana, Carrara, Pietrasanta o giù di lì), che il suo periodo di nascita é nella seconda metà dell'ottocento.
ECOLOGIA ED ANTICHI CAMINETTI
Sul mio comodino ho un testo di quelli apparentemente "leggeri", od almeno così credevo che fosse, a giudicare dalla sua copertina e dal suo titolo: "Mao perchè sei morto" di Massimo Bucchi, più o meno da me considerato sinora un semplice "cartoonist".
Devo dire invece che anche questa lettura si è rivelata interessantissima, direi.. "fulminante" e poiché non posso qui riassumervela compiutamente, ho scelto tra tutte, una vignetta che vede raffigurato un prete al capezzale del morente.. Il prete sta chiedendo al morente se ha qualcosa di cui pentirsi e questo signore, con la generosità e la fermezza dei momenti importanti dipinta in volto, gli dice: "LASCIO A MIO FIGLIO IL CERINO ACCESO".
Come a dire: Di questo mondo abbiamo fatto una pattumiera, fisica e morale, e ce ne siamo pure accorti ma non abbiamo fatto nulla per metterci una pezza, questo è il mio peccato più grande e questo rende più grande il mio dolore ora che me ne vado e devo lasciare questa discarica a mio figlio, il quale dovrà, incolpevole, provvedere alla sua pulizia.
Che c'azzecca questo mio discorso con il commento d'un caminetto ottocentesco?
Beh, nella mia vita posso dire d'aver provato, sin dall'inizio della mia attività e per quanto piccolo posa essere il mio contributo, a tener pulito questo mondo, infatti per ogni caminetto che io raccolgo, restauro e vendo, c'è un pezzo di montagna che non viene cavata e scarnificata...
So bene che non sia facile credermi sulla parola, ma io pensavo a queste cose anche quasi mezzo secolo fa, al mio primo muovere nel campo del recupero, confortato nel pensiero di un inevitabile e certo successo (come si è giustamente illusi a vent'anni !!!) dal fatto che un caminetto antico è più "bello", più "vero", più "affascinante", più "artistico" e più "risparmioso" di uno nuovo, odorante di plastica ed acidi...
Un poco ho avuto ragione, più o meno all'uno per cento delle antiche aspettative!