L'ULTIMA VOLTA CHE HO VISTO UN ESEMPLARE DI QUESTO MODELLO SARA' STATO.....35-40 ANNI FA (Accidenti...com?è vigliacco il tempo, corre badando a non fartene accorgere..) QUANDO AVEVO ANCORA UN BEL CIUFFO MORO (NON PROPRIO ALLA LITTLE TONY MA QUASI..) ED ORMAI PENSAVO CHE IN CIRCOLAZIONE, DI QUESTA SERIE DI CAMINI NON VE NE FOSSE PIU' ALCUN ESEMPLARE.
E COSI', QUANDO HO VISTO RIAPPARIRE LO SPECIFICO CAMINETTO CHE STO PRESENTANDOVI, MI SON RIVISTO GIOVINETTO, MENTRE PEREGRINAVO CON PIACERE QUASI VOLUTTUOSO TRA I CANTIERI DI PARIGI ALLA RICERCA DI CAMINI DA SMONTARE..
QUELLA SI' CHE ERA UNA BELLE EPOQUE!!
Vabbè, meglio lasciar perdere questi ricordi, che portano melanconia, meglio dedicarci ad illustrare nei suoi tanti particolari questo rarissimo e raffinatissimo caminetto.
Innanzitutto va detto che, di questo modello "PANIER FLEURI", solo i primi esemplari prodotti avevano il pianale in marmo mentre, dopo pochi anni di produzione, la famiglia Larcher decise di sostituire il pianale in marmo con uno in ghisa (che a loro costava molto meno) e così la maggioranza di questi camini porta un "cappello" in fusione di ghisa.
COME MAI, MI CHIEDERETE, I PRIMI ESEMPLARI DI CAMINI IN GHISA PORTAVANO IN TESTA IL MARMO E NON LA GHISA?
Beh, il motivo é semplice, e riguarda tutti i vari modelli di camini in ghisa di questa illustre ed insuperabile marca: Prima degli ultimi anni dell'Ottocento non esistevano cornici per focolari in ghisa, ma solo cornici in marmo, pietra e legno.
Per avere più probabilità di gradimento da parte della clientela, considerando che il pianale del camino era considerato dai suoi possessori né più né meno di una consolle su cui posizionare quadri, specchiere, orologi, dagherrotipi e ninnoli vari, i costruttori di queste modernissime e sino ad allora sconosciute cornici in ghisa proposero prodotti che avessero il pianale in marmo, piano d'appoggio più familiare rispetto ad un freddo e sconosciuto pianale in ghisa. Poi, come spesso accade, i clienti si abituarono a questi moderni e graziosi caminetti ed accettarono che anche il pianale potesse esser realizzato in ghisa.
IL NOSTRO CAMINETTO, QUINDI, COL SUO FINISSIMO PIANALE IN MARMO NERO MARQUINIA VENATO, E' DA RITENERSI UNO DEI PRIMI ESEMPLARI USCITI DALLA FONDERIA PIU' RAFFINATA DI PARIGI E MOLTO PROBABILMENTE REALIZZATO NEGLI ULTIMI 10-15 ANNI DELL'OTTOCENTO.
Partiamo dal volto che compare al centro della "fascia" in alto, laddove ci sono le due "valvole" che comandano l'entrata dell'aria nel focolare, ebbene questo volto é quello di “"Vercingétorix", l’italico Vercingetorige, l’eroe francese che più fece tribolare Giulio Cesare quando invase la Gallia, l’Uomo che può esser considerato il Garibaldi francese perché, proprio per contrastare l’esercito romano, il Nostro Vercingetorige riuscì ad unificare buona parte delle tribù barbariche che allora abitavano la Gallia. Ebbene, la prima e più alta decorazione di questo camino è proprio il volto del nostro mitico EROE. Di qui il nomignolo del caminetto.
Al di sotto del volto del nostro EROE, una fila di “palline” (sei proprio un grezzo... quella "fila di palline" si chiama “lavorazione a perlage”) fa da cornice superiore ad un “quadretto” (anch’esso riquadrato da “perlage”) al centro del quale è rappresentata una cornucopia (auspicio d’abbondanza) di finissimo disegno. E sarà proprio questa particolarissima cornucopia, fatta d'un calice di finissimo disegno dal quale esce un effluvio floreale anch'esso raffinatissimo ad inserire questo caminetto nella grande famiglie dei camini"PANIER FLEURI".
e, di fianco alla cornucopia, due fiori che girano su se stessi (anche questo simbolismo ha un significato: Le stelle ed i fiori che girano su se stessi rappresentano la Stella Cometa (augurio affinché non si perda la giusta strada nella vita).
Scendiamo ancora e giungiamo al blasone della mitica Fonderia Larcher, il quale blasone pare sovraintendere, dominandola, quella finissima ed arcuata bocca del focolare..
Intorno a questi due elementi, una celestiale sarabanda arborea, rami e foglie di quercia (simbolo ed augurio di Forza), rami e foglie d’ulivo (augurio di pace per eccellenza) e financo tralci d’uva con relativi frutti (augurio di ricchezza e fertilità, insomma una bella Ebbrezza).
PROVENIENZA PARIGINA, STATO DI CONSERVAZIONE PERFETTO, EPOCA ULTIMI ANNI DELL'OTTOCENTO.
SERVIZIO “NAVETTA” PER CHI PENSA DI ESSER TROPPO LONTANO PER GIUNGERE SINO A NOI.
La nostra mostra è a 10 minuti d’auto dalla Stazione Ferroviaria ad alta velocità MEDIOPADANA. Fantastico, verrebbe di dire.. In affetti, in due ore e mezza si può arrivare a noi partendo da Roma Termini, in 50 minuti (ed evitando il mefitico caos delle strade milanesi) da Milano, in un’ora e 40 da Torino etc.. Ci si legge qualche pagina d’un buon libro, ci si rilassa un poco, tutto bello, no?!
Tutto bellissimo, anche la stazione, affascinante opera d'arte moderna dell'arch. Calatrava, peccato che per poter salire sul primo taxi disponibile si perda almeno un’ora all’andata ed un’altra ora al ritorno.. Non si può aver tutto al mondo, l’Italia è il più bel posto del mondo e noi siamo felici di viverci, però..
Così, ormai da qualche anno, i clienti che decidono di venire a trovarci in treno, li aspettiamo all’uscita principale della Stazione ed ovviamente li riaccompagniamo al termine della loro visita. Qualcuno s’imbarazza, non vorrebbe essere influenzato all’acquisto per via di questa nostra “gentilezza imposta” ed io posso capire questa sensazione. Per questo vorrei sgombrare il campo da questa perplessità: E’ fisiologico che una parte dei clienti non compri sul momento. Tra marito e moglie non c’è accordo (forse non solo sul camino..), hanno trovato l’esemplare giusto ma ci può essere un problema di misure oppure intendono avere il placet dall’architetto su quel particolare colore etc.. etc… Di questa parte di clienti non acquirenti alla prima visita, la quasi totalità richiama qualche tempo dopo confermando, telefonicamente o tramite email con fotografie allegate, uno dei camini selezionati. Un’altra parte ritorna una seconda volta, la quale in genere è quella buona. Pochissimi sono gli “INCONTENTABILI” (dai caroselli anni ’60, ricordate?), coloro che non si faranno più vivi, ma proprio pochissimi. Tutta questa filippica per comunicare a chi leggerà queste righe come si possa accettare senza imbarazzo un servizio che a noi costa praticamente nulla mentre solleva il nostro possibile cliente da arrabbiature e perdite di tempo che in un momento che dovrebbe esser felice, proprio sarebbero fuori luogo.