PICCOLO CAMINETTO POMPADOUR PLAT IN ELEGANTE MARMO NERO MARQUINIA VENATO
La "neromania" sta contagiando il mondo intero, dalle Alpi alle Piramidi (ma che dico... qui siamo in ambito mondiale, meglio dire "dagli Appennini alle Ande") schiere di donne invasate corrono alla ricerca d'un caminetto nero, il più nero possibile,meglio ancora se ha qualche frezzatura bianca (la più bianca possibile, eh..).
E queste schiere di Virago, plagiate dalle pestifere "Riviste d'Arredo" e pungolate dai loro architetti, hanno fatto lievitare all'inverosimile quei già pochi esemplari di camini antichi vestiti da sera.
A quanti vogliano contentare le loro poco dolci metà senza accendere mutui bancari, propongo questo delizioso Pompadour plat costruito tra la fine dell'ottocento ed i primi del Novecento (periodo Belle Epoque), nero come il carbone, salvo finissime frezzature bianche (si tratta di fossili del quaternario o giù di lì..), frezzature (o "nuvolaure", se preferite) che solo questa particolarissima cava di marmo Marquinia possiede.
Ho fatto questa precisazione perché non tutto il marmo Nero Marquinia ha questa caratteristica frezzatura, ma solamente questa particolare cavazione, cosa questa che rende MOLTO più preziosa questa qualità di Marquinia rispetto al resto della cavazione, ritenuta più volgare e di conseguenza molto meno costosa.
La sua misurina è di eccezionale adattabilità a qualunque ambiente di media o piccola misura, la sua conservazione è PERFETTA. Parigi è la sua città d'origine.
NOTE IN CALCE: ECOLOGIA ED ANTICHI CAMINETTI
Sul mio comodino ho un testo di quelli apparentemente "leggeri", od almeno così credevo che fosse, a giudicare dalla sua copertina e dal suo titolo: "Mao perchè sei morto" di Massimo Bucchi, più o meno da me considerato sinora un semplice "cartoonist".
Devo dire invece che anche questa lettura si è rivelata interessantissima, direi.. "fulminante" e poiché non posso qui riassumervela compiutamente, ho scelto tra tutte, una vignetta che vede raffigurato un prete al capezzale del morente.. Il prete sta chiedendo al morente se ha qualcosa di cui pentirsi e questo signore, con la generosità e la fermezza dei momenti importanti dipinta in volto, gli dice: "LASCIO A MIO FIGLIO IL CERINO ACCESO".
Come a dire: Di questo mondo abbiamo fatto una pattumiera, fisica e morale, e ce ne siamo pure accorti ma non abbiamo fatto nulla per metterci una pezza, questo è il mio peccato più grande e questo rende più grande il mio dolore ora che me ne vado e devo lasciare questa discarica a mio figlio, il quale dovrà, incolpevole, provvedere alla sua pulizia.
Che c'azzecca questo mio discorso con il commento d'un caminetto ottocentesco?
Beh, nella mia vita posso dire d'aver provato, sin dall'inizio della mia attività, a tener pulito questo mondo, infatti per ogni caminetto che io raccolgo, restauro e vendo, c'è un pezzo di montagna che non viene cavata e scarnificata...
So bene che non sia facile credermi sulla parola, ma io pensavo a queste cose anche quasi mezzo secolo fa, al mio primo muovere nel campo del recupero, confortato nel pensiero di un inevitabile e certo successo (come si è giustamente illusi a vent'anni !!!) dal fatto che un caminetto antico è più "bello", più "vero", più "affascinante", più "artistico" e più "risparmioso" di uno nuovo, odorante di plastica ed acidi...
Un poco ho avuto ragione, più o meno all'UNO PER CENTO delle antiche aspettative!