Tutti i nostri camini paiono, ai miei occhi, affascinanti. Anche negli esemplari più poveri io non riesco a non trovare un particolare carino, simpatico, accattivante insomma, tale da consentire anche al più povero dei nostri mille caminetti, la sua bella parità con gli altri suoi confratelli..
Ma è indubbio (ed in fondo è anche giusto che sia così..) che, di tanto in tanto appaia l’innamoramento “totalizzante”, ANCHE FOSSE PER UN SOLO PARTICOLARE CHE QUELL’ESEMPLARE POSSIEDE, mentre per il resto, magari, lo stesso camino rientra nella normalità.
Nel caso del Luigi XVI “Deux Etoilles” che sto qui presentandovi, l’innamoramento mio (ma, ci giurerei, anche di chiunque venga a vederlo de visu) è avvenuto dopo aver mosso UN SOLO PASSO nel salone del palazzo parigino (in Rue Ordener, quartiere adiacente alle famose scale di Montmartre) dove l’abbiamo smontato. Non c’era bisogno di andargli vicino vicino per subirne il fascino, le sue marmoree superfici parevano emanare bagliori visibili e godibili a qualunque distanza.. Quando poi ho potuto carezzarlo, ed ho compreso qual era il suo marmo, tutto fu chiaro.
Il marmo è un Calacatta, cava Vagli, il suo fondo non è BIANCHISSIMO bensì CANDIDO (molti scultori lo definiscono "CREMOSO"), esattamente quanto candido è il marmo Statuario Carrara nella sua migliore espressione, ad esempio nello Statuario della cava “Delle Cervaiole” (era quella in cui si approvvigionava Michelangelo). In aggiunta alla straordinaria Bellezza del suo “fondo”, ci sono le sue nobilissime frezzature, composte di un grigio chiaro con riflessi tendenti al verde (sono, in effetti, fossili vegetali).
Celebrata l’Apoteosi del suo marmo (meritata, credetemi..), esaminiamo le sue scolpite decorazioni, iniziando da quella coppia di “stelle” le quali, girando su se stesse, decorano la sommità delle spalle. Ebbene questa particolare Stella (che pare la girandola con la quale da bambini giocavamo soffiandole sopra par farla girare..) non è una comune stella, come ve ne son miliardi, ma rappresenta la Stella Cometa, la quale, a sua volta, non è la raffigurazione tout court di una stella seppur particolarmente bella, ma essa è, per gli antichi, l’augurio che la sua presenza (in questo caso addirittura doppia) possa indicare alla famiglia che si siede dinnanzi a quel camino la strada da fare per non incorrere in errore. Come l’ha ben insegnata duemila anni prima ai tre re magi. Negli antichi camini queste scultoree quanto beneauguranti significazioni ci sono spesso, molto spesso e se verrete a trovarci ve ne indicherò parecchie, tutte interessanti ed insospettabili curiosità.
Oltre alla coppia di etoilles, abbiamo, alla sommità delle gambe ed immediatamente sotto ad ognuna delle due etoilles, un prezioso “colletto” realizzato con la scultura di una serie di foglie d’Ibisco. Anche qui, ovviamente, con la scelta di questa particolare pianta abbiamo la relativa significazione, in questo caso, data l’estrema esuberanza di questa pianta, dobbiamo parlare al plurale, cioè di di relative signifcazioni: La pianta di Ibisco rappresenta la Bellezza, se col fiore rosso la Passione, altrimenti, se con fiore bianco, l’Amicizia. Poiché è una pianta perenne, cioè rinascente per lunghi periodi, garantirà ai suoi fruitori una lunga vita.. Ma non è finita, udite udite, pare abbia miracolose doti medicinali con particolare attenzione alla sanità del cuore.. Ripeto quanto detto prima, tutte queste “significazioni scultoree” sono da tradurre in Augurio rivolto ai possessori del camino stesso, questo era l’intendimento degli antichi architetti che l’hanno disegnato.
L’ultima e raffinatissima chicca di scultura la potete vedere ai piedi del camino: Nelle scanalature delle gambe, nella parte più bassa, potrete ammirare, in ogni nicchia, un fiorellino piccolissimo con una sorta di pistillo (anch’esso piccolissimo e sottilissimo) fuoriuscente dalla sommità del fiorellino.. In Francia questo fiore viene appellato “asperge” (asparago) ma non con l’intento di ridicolizzarlo, bensì per esprimergli la loro scherzosa simpatia. La qualità di questa infinitesimale scultura (che molti non considerano neppure mentre è frutto di un’arte che pochi artisti possiedono) è di una raffinatezza invidiabile.
DEL SUO LUOGO DI RITROVAMENTO ABBIAMO GIA’ DETTO, IL SUO PERIODO DI NASCITA, (AVVENUTA PRIMA NELLA MATITA DI UN ARCHITETTO PARIGINO E POI TRA LE BIANCHE POLVERI DI UN LABORATORIO DI SCULTURA PIETRASANTINO) E’ DA DATARSI AGLI ULTIMI VENT’ANNI DELL’OTTOCENTO, LA SUA CONSERVAZIONE E’ INECCEPIBILE, ERA BELLO ANCHE PRIMA DI INIZIARNE IL RESTAURO, IL QUALE, ALLA FINE, SI E’ RIVELATO SOSTANZIALMENTE UN ACCURATO MAQUILLAGE.
