E' molto difficile cimentarsi nel commento d'un camino simile per i motivi che scrivo qui sotto:
A) Le sue dimensioni possono essere comprese solo vedendolo de visu. Più che "generose" le sue misure possono definirsi, tanto per cercare d'intendersi, "da castello". Un camino del genere potrebbe ben figurare in saloni che siano ampissimi e d'altissimo soffitto.. Insomma, forse riesco a chiarire meglio questa problematica facendo questo esempio: Posizionando questa cornice in ambienti con la classica altezza di cm 270-280, chi entrasse faticherebbe a non sorridere.. Se, invece, posizionaste questo camino, che so, a Versailles, ebbene, nessuno vi troverebbe alcunché da ridire, la proporzione tra questa fantastica cornice e l'ambientino circostante apparirebbe congrua.
INSOMMA, IL NOSTRO CAMINO NON POTRA' VIVERE SE NON IN AMBIENTI GRANDI E DAI SOFFITTI ALTI;
B) La qualità del suo marmo, che vede un fondo di purissimo Statuario Carrara "vestirsi" di frezzature nei toni del bleu, anch'essa andrebbe gustata "de visu" e non per il tramite di qualche nostra fotografia. Il suo nome, come immaginerete, si riferisce alla famiglia fiorentina dei Medici, ma più precisamente va detto che fu Cosimo de Medici, il fondatore di questa dinastia, innamorato perso di questa qualità di Statuario Carrara (perché é di questa grande e nobile famiglia che il nostro marmo fa parte) a donare (bontà sua) il proprio imprimatur. E' IMPORTANTE FAR RILEVARE COME I MARMI DI QUESTO PARTICOLARE ESEMPLARE PROVENGANO DALLA CAVA DI SERRAVEZZA, LA QUALE ERA, APPUNTO, DI PROPRIETA' DEL NOSTRO COSIMO.
FATTA QUESTA PREMESSA COL RELATIVO INDISPENSABILE INVITO A VEDER DE VISU QUESTI AFFASCINANTI MARMI, VENIAMO A QUALCHE CENNO STORICO PER FAR CAPIRE L'IMPORTANZA DI QUESTA CAVAZIONE.
Anche questo aspetto storico ci riporta al Cosimo, il quale, essendo proprietario (come ho scritto sopra) delle cave di Seravezza (da cui il nostro marmo derivava) fece di questo marmo variegato uno dei simboli del suo potere, facendolo utilizzare nel coro del Duomo di Firenze, in Palazzo Pitti ed, ovviamente, nelle Cappelle medicee.
Altri governanti di Firenze si servirono della Breccia Medicea per far realizzare i due obelischi di piazza Santa Maria Novella, la colonna di piazza San Felice e la Fontana del Nettuno in piazza della Signoria.
OGGI, MI DICONO, QUALCHE BLOCCO DI MARMO "SIMILE" A QUESTO LO SI PUO' TROVARE NELLA CAVA DI STAZZEMA MA.. SI PARLA, APPUNTO, DI "SIMILITUDINI" E NON DI "STESSO LIVELLO".
PROVENIENZA FIRENZE, PERIODO SECONDA META' DELL'OTTOCENTO, PERFETTA CONSERVAZIONE.
NOTE IN CALCE: ECOLOGIA ED ANTICHI CAMINETTI
Sul mio comodino ho un testo di quelli apparentemente "leggeri", od almeno così credevo che fosse, a giudicare dalla sua copertina e dal suo titolo: "Mao perchè sei morto" di Massimo Bucchi, più o meno da me considerato sinora un semplice "cartoonist".
Devo dire invece che anche questa lettura si è rivelata interessantissima, direi.. "fulminante" e poiché non posso qui riassumervela compiutamente, ho scelto tra tutte, una vignetta che vede raffigurato un prete al capezzale del morente.. Il prete sta chiedendo al morente se ha qualcosa di cui pentirsi e questo signore, con la generosità e la fermezza dei momenti importanti dipinta in volto, gli dice: "LASCIO A MIO FIGLIO IL CERINO ACCESO".
Come a dire: Di questo mondo abbiamo fatto una pattumiera, fisica e morale, e ce ne siamo pure accorti ma non abbiamo fatto nulla per metterci una pezza, questo è il mio peccato più grande e questo rende più grande il mio dolore ora che me ne vado e devo lasciare questa discarica a mio figlio, il quale dovrà, incolpevole, provvedere alla sua pulizia.
Che c'azzecca questo mio discorso con il commento d'un caminetto ottocentesco?
Beh, nella mia vita posso dire d'aver provato, sin dall'inizio della mia attività, a tener pulito questo mondo, infatti per ogni caminetto che io raccolgo, restauro e vendo, c'è un pezzo di montagna che non viene cavata e scarnificata...
So bene che non sia facile credermi sulla parola, ma io pensavo a queste cose anche quasi mezzo secolo fa, al mio primo muovere nel campo del recupero, confortato nel pensiero di un inevitabile e certo successo (come si è giustamente illusi a vent'anni !!!) dal fatto che un caminetto antico è più "bello", più "vero", più "affascinante", più "artistico" e più "risparmioso" di uno nuovo, odorante di plastica ed acidi...
Un poco ho avuto ragione, più o meno alL'1 PER CENTO delle antiche aspettative!