QUESTO CAMINETTO LUIGI XVI "CANNELURE" (VOCABOLO FRANCESE CHE SIGNIFICA "SCANALATURA", VASTA LAVORAZIONE SCULTOREA APPLICATA ALLE SUE SUPERFICI PER TRARNE LE LINEE DECORATIVE NEOCLASSICHE CHE LO CONTRADDISTINGUONO) RAPPRESENTO' NELL'OTTOCENTO IL PIU' DIFFUSO MODELLO LUIGI XVI IN QUANTO LA SUA ELEGANTE MODESTIA (LEGGASI "IL SUO PREZZO ABBASTANZA LIMITATO") NE FACILITAVA LA MESSA IN OPERA NELLE CAMERE DA LETTO (UN CAMINO IN OGNI STANZA, EH, A PARIGI MICA SI POTEVA FAR LA FIGURA DEI BARBONE CON GLI ALTRI CONDOMINI..).
OLTRE ALLA SCANALATURA SULLE GAMBE E SUL FRONTALE, DETTO ESEMPLARE RECA ANCHE, AI SUOI PIEDI, UNA SERIE DI "MATITE" (SCULTURA CHIAMATA ANCHE E PIU' FINEMENTE "FLAUTI POMPEIANI") CHE DONA LEGGEREZZA ED ELEGANZA AL NOSTO PIUTTOSTO "BASICO" CAMINO LUIGI XVI.
MA FORSE, L'ELEMENTO CHE PIU' CONTRADDISTINGUE QUESTO CAMINETTO DAI TANTI SUOI CONFRATELLI E' IL SUO MARMO, UN CANDIDO STATUARIO CARRARA, MAGARI NON IL PIU' IMPORTANTE DI TUTTI (DICIAMO UNO STATUARIO DI MEDIA QUALITA') MA CERTAMENTE RARISSIMO A TROVARSI NEI MODELLI DI CAMINO DESTINATI AI BORGHESI.
Ho una piccola storia vissuta in prima persona da raccontarvi a proposito di questo modello di caminetto, modello che nell'ottocento ha avuto grande successo, tanto da arrivare tra i primi come numero di esemplari costruiti nello stesso secolo.
Dovete sapere che circa 40 anni fa , venne da me un importante produttore di camini industriali e moderni (di quelli che nel nome della ditta hanno la fatidica ed immancabile "K"..).
Si presentò dicendomi che avrebbe voluto far commercio, nei suoi tanti punti vendita in tutta Italia, dei miei camini antichi.. mi lusingò, insomma, tanto che io, che come dice mia moglie sono un irriducibile credulone (vocabolo che, guarda caso, fa rima con "coglione") praticai a questo signore un prezzo più che da amico per un lotto di camini (CHE POI SI RIVELO' IL PRIMO E L'ULTIMO).
Scoprii ben presto che la sua lusinga, al pari del canto delle sirene per Ulisse, era una falsità, una scusa per spuntare prezzi irrisori e, soprattutto, per poi poter copiare con calma gli stessi esemplari facendone "camini in stile antico".
E così avvenne che il primo "camino in stile" prodotto in Italia fu proprio questo Luigi XVI "Cannelure". Fu chiamato "modello ROMA", per via delle sue scanalature che riecheggiavano le colonne romane.
Detto signore non realizzò la scopiazzatura seguendo perfettamente il modello originale ed antico, bensì adattò il suo impianto architettonico alle necessità di alloggiamento dei suoi focolari prefabbricati, stravolgendone le proporzioni, creandogli una base che, molto simile ad una pietra tombale, gli conferiva un aspetto cimiteriale (o, se preferite, sarcofagesco) rovinandone la sua lineare antica ed altera Bellezza.
Personalmente trovo incredibile che molte persone acquistino copie di antichi caminetti (copie sputate da macchine a controllo numerico ) a prezzi uguali o maggiori degli originali (i quali fatti a mano, levigati a mano, cerati a mano etc..), ma.. il mondo va così, spero solo (per mio figlio..) che questo stupido incredibile andazzo culturale non peggiori.
L'esemplare qui presentatovi è in perfette condizioni di conservazione e patina, l'abbiamo smontato a Parigi ed è d'epoca Napoleone III (1860-80).
Quello "nuovo" di cui parlo sopra ha una epoca di costruzione databile a qualche giorno o mese fa, mentre la sua provenienza è, al 99%, situabile in una nazione nella quale i suoi abitanti posseggono tutti gli occhi a mandorla.
Indovinato quale sia questa nazione?
Volete un aiutino?
Beh, vi dirò che di quella nazione scrive Marco Polo nel Milione..
NOTE IN CALCE: ECOLOGIA ED ANTICHI CAMINETTI
Sul mio comodino ho un testo di quelli apparentemente "leggeri", od almeno così credevo che fosse, a giudicare dalla sua copertina e dal suo titolo: "Mao perchè sei morto" di Massimo Bucchi, più o meno da me considerato sinora un semplice "cartoonist".
Devo dire invece che anche questa lettura si è rivelata interessantissima, direi.. "fulminante" e poiché non posso qui riassumervela compiutamente, ho scelto tra tutte, una vignetta che vede raffigurato un prete al capezzale del morente.. Il prete sta chiedendo al morente se ha qualcosa di cui pentirsi e questo signore, con la generosità e la fermezza dei momenti importanti dipinta in volto, gli dice: "LASCIO A MIO FIGLIO IL CERINO ACCESO".
Come a dire: Di questo mondo abbiamo fatto una pattumiera, fisica e morale, e ce ne siamo pure accorti ma non abbiamo fatto nulla per metterci una pezza, questo è il mio peccato più grande e questo rende più grande il mio dolore ora che me ne vado e devo lasciare questa discarica a mio figlio, il quale dovrà, incolpevole, provvedere alla sua pulizia.
Che c'azzecca questo mio discorso con il commento d'un caminetto ottocentesco?
Beh, nella mia vita posso dire d'aver provato, sin dall'inizio della mia attività, a tener pulito questo mondo, infatti per ogni caminetto che io raccolgo, restauro e vendo, c'è un pezzo di montagna che non viene cavata e scarnificata...
So bene che non sia facile credermi sulla parola, ma io pensavo a queste cose anche quasi mezzo secolo fa, al mio primo muovere nel campo del recupero, confortato nel pensiero di un inevitabile e certo successo (come si è giustamente illusi a vent'anni !!!) dal fatto che un caminetto antico è più "bello", più "vero", più "affascinante", più "artistico" e più "risparmioso" di uno nuovo, odorante di plastica ed acidi...
Un poco ho avuto ragione, più o meno alL'1 PER CENTO delle antiche aspettative!