Eccomi qui, dopo alcuni giorni in attesa che il restauro di questo camino e del suo controcuore venissero ultimati, eccomi qui, dicevo, alla mia tastiera dove dovrei iniziare uno dei commenti più importanti della mia storia perché questa caminetta è certamente un’opera tra le più affascinanti che io abbia avuto la fortuna di possedere.
PERO’… NON MI VENGONO LE PAROLE…
Nella mia testolina si è insediato questo pensiero: “Ma cosa puoi dire di più di quanto ella stessa non esprima attraendo già le attenzioni di tutti, con i suoi delicati colori, le sue eleganti forme, con i suoi gioielli floreali ?!
E’ vero, questa caminetta ha mille frecce al suo arco, però.. però.. non è mica l’unica a poter mostrare queste doti.. A ben pensarci, nel nostro magazzeno ci sono altri esemplari che possono vantare bei colori, eleganti forme e ricche sculture floreali. Ma, pur apprezzandoli, non ci ipnotizzano allo stesso modo.. No, nell’opera che stiamo qui osservando c’è “qualcosa” in più, qualcosa che sentiamo dentro ma non.. vediamo con gli occhi e la ragione.
PENSO E RIPENSO A COSA POTREI “AGGIUNGERE” ALLA EVIDENTE CATALIZZANTE SUA BELLEZZA QUANDO… ECCO, DI COLPO TUTTO MI E’ CHIARO … NON DEVO AGGIUNGERE ALCUNCHE’, DEVO SOLO CERCARE DI SPIEGARE, IN QUESTO COMMENTO, IL SEGRETO DELLA “ATTRAZIONE FATALE” CHE QUESTI MARMI ESERCITANO SU DI NOI, SEGRETO CHE MI SEMBRA D'AVER DISVELATO MA CHE NON E' FACILE DA SPIEGARE. QUALCUNO MI PRENDERA' PER VISIONARIO, MA ECCO QUELLO CHE PENSO IO SUL FASCINO MISTERIOSO DI QUESTA AFFASCINANTE CAMINETTA:
Ci sono, al mondo, delle "cose" che quando le vedi ti danno l'impressione della Perfezione, e ti inducono ad un sentimento di Beatitudine.
Tra queste, per me almeno, ce ne sono di Grandi, come la piazza Anfiteatro di Lucca quando è giorno di mercato, o l'Arena di Verona in una serata di primavera, tersa e soave.. Ed altre magari più piccole ma egualmente importanti, come lo scoppio profumato dei tigli a primavera o l'inizio di un innamoramento giovanile.
Ecco, io credo d’aver compreso il segreto della nostra caminetta, quel “qualcosa in più” che ella possiede e credo che questo segreto possa condensarsi in un motto che andiamo a coniare: Bellezza è Leggerezza.
Leggerezza è il colore del suo marmo “Breche Violette”, marmo raffinatissimo, ma molto spesso sin troppo ”carico”, qualche volta “esagerato” nei toni troppo forti dei suoi violacei colori. Qui, invece, in luogo di tinte forti e dense, abbiamo sfumature, delicati cenni, leggere presenze d’antichi minerali covati per milioni di anni nel suo seno.. Il tutto immerso nel candore del suo fondo, un nobilissimo Statuario Carrara. La rosacea leggerezza dei suoi colori di contorno é confermata anche dal fatto che molti vecchi addetti ai lavori chiamano questo particolare marmo non col nome della sua famiglia (in italiano "Breccia Violetta") ma con una sorta di azzeccatissimo soprannome: "Fior di pesco Vagli" (Vagli è la località di cavazione).
Leggerezza son le sue campanule, i suoi freschi fiori di campo, distribuiti senza eccessi e senza pesantezza decorativa..
Leggerezza anche, nonostante la sua fisicamente importante figura, nelle sue morbide forme, indubitabilmente femminee.
A questo punto del commento, non mi parrebbe il caso di parlarvi delle tecniche scultoree qui esercitate con grande maestria, vi dico solo (a titolo di esempio) come le sue varie conchiglie, qui scolpite evidenziando nelle sue superfici il sovrapporsi delle linee di loro crescita, PAION VERE, e chiuderò questo discorso “tecnico” con il fatto che questa scultura è, indubitabilmente, stata realizzata in Lunigiana, terra nella quale l’arte scultorea la si fa partire del 399 avanti Cristo, anno della Presa di Veio (all'epoca capitale dell'Etruria) da parte dei romani, una scuola, quindi, che al momento in cui è nata quest’opera, aveva già circa duemiladuecento anni di vita ed i suoi scultori erano i più bravi del mondo!!
PARIGI, SECONDA META’ DELL’OTTOCENTO, OTTIMA CONSERVAZIONE GENERALE, CONTROCUORE D’ORIGINE.