Il suo "nik" ("Modillon") gli viene dal fatto che il suo elemento decorativo più importante è la sua coppia di capitelli i quali, nel gergo degli antichi scultori italiani venivano appellati "Modiglioni". E come mai, vi domanderete, i francesi, con tutta quella presunzione di superiorità e quel bagaglio d'antica Grandeur, avrebbero scelto un nome italiano per un loro camino?
Eh.. si vede che non siete stati attenti, che avete letto poco le pagine del mio sito, vabbé, vi perdono, dirò alle vostre mamme che siete intelligenti ma non vi applicate, d'accordo?!
Ora vi spiego l'arcano: Dovete sapere che i camini "francesi" si chiamano così perché disegnati in Francia (soprattutto a Parigi, che era l'indiscussa capitale dello Stilismo Mondiale) ma poiché i francesi (nonostante la loro boria e grandeur) non avevano scuole di scultura mentre noi ne avevamo una che esisteva dal 400 avanti Cristo ed era nella Lunigiana. Oltre a ciò, noi costavamo poco e quindi i francesi decisero di far realizzare i loro disegni (belli, non c'è nulla di dire in questo senso) agli italiani che abitavano alle pendici delle Alpi Apuane.. Cos' noi diventammo i loro.....CINESI!!!
Ecco perché questo appellativo ha radice italiana e.. non é il solo vocabolo italiano entrato nell "marmeria" francese, com'é ovvio che sia dati i più che stretti contatti tra i progettisti francesi ed i produttori italiani.
"L'è un pché murir" (E' un peccato morire") diceva mio nonno materno Arcangelo (detto "Muffa" per la sua poca, anzi inesistente, voglia di lavorare), UOMO MAI SAZIO DI AVVENTURE ED ESPERIENZE, A CONDIZIONE CHE NON FOSSERO.. LAVORATIVE!!
E devo dire che aveva ragione, quante cose, infatti, puoi, in felicità vivendo, scoprire e far tue..
Cambiando discorso, in questi giorni, dovendo commentare questo caminetto IN MARMO NERO BELGIO e dovendo per quanto umanamente possibile dar giustificazione ai miei clienti del suo costo ogni giorno più importante, ho scoperto un sacco di notizie su questo marmo dotato di un'aura di misteriosa Eleganza.
Ebbene, ho scoperto che anche nell'antichità era piuttosto costoso e tenuto in gran conto da quanti di Bellezza se ne intendevano.
Ci son notizie del suo gradimento sin da Carlo Magno (che a Roma, alla tomba di Adriano Primo fece aggiungere un epitaffio proprio in Nero Belgio.
Ma ho scoperto che in pieno Rinascimento i Medici andavano pazzi per gli oggetti in questo "misterioso" marmo, tanto che facevano lavorare dall'Opificio delle Pietre Dure (laboratorio di scultura - oltre che di restauro- ancora esistente, forse il più importante al mondo ed allora evidentemente di loro proprietà) blocchi di marmo Nero del Belgio affinché si creassero oggetti da donare alle famiglie governanti di tutta Europa.
I Medici avevano addirittura dato un nome a questo marmo, battezzandolo Diaspro delle Fiandre.
Qualche lettore penserà.."Ma, Maurizio, a noi che può importare di quanto ci stai dicendo?!"
A questo lettore io rispondo che, se davvero lui non è interessato a conoscere la storia del suo camino (che in questo caso specifico è strettamente imparentata col marmo del caminetto stesso), beh, allora il camino è meglio che lo vada a comprare da Aiazzone perché io mi trovo bene solo con i clienti desiderosi di conoscere, avidi di sapere da dove viene l'Oggetto d'Arte che stanno da noi comperando, in una parola, felicemente curiosi di quanto la storia ci può offrire.
Vengo comunque alle note dolenti: Il marmo Nero del Belgio, sino a qualche decennio fa cavato (in qualche caso anche a cielo aperto e quindi a costi inferiori) in diversi luoghi delle Fiandre, da qualche tempo si cavava da un'unica ed ultima miniera rimasta (che mi dicono si chiami "Merbes-Sprimont").
E' proprio notizia di qualche mese fa che, addirittura, anche questa ultima cavazione sia stata chiusa dal governo belga. QUEL POCO CHE E' RIMASTO NELLE VISCERE DELLA MINIERA, ORA SERVIRA' AI FUTURI RESTAURI DELLE PUBBLICHE COSE.
Ecco perché, in pratica, il costo di questo marmo ormai si modifica (sempre verso l'alto) ogni giorno. Ad oggi siamo tra i mille ed i duemila € al mq in spessore di 2 cm (è su questo spessore, infatti, che si valuta il costo del marmo), a seconda della qualità della lastra.. E NEI CAMINI ANTICHI, LA QUALITA' DEL MARMO, PER VIA DELL'ALLORA ABBONDANTE POSSIBILITA' DI CAVAZIONE, ERA UNA SOLA: LA MIGLIORE!!
IN POCHE PAROLE, SE OGGI VOI DOVESTE COMPRARE IL SOLO MARMO PER COSTRUIRE QUESTO CAMINETTO, PROBABILMENTE SPENDERESTE QUANTO IO STO CHIEDENDOVI PER QUESTO ESEMPLARE CHE NON E' DI SOLO MARMO FATTO MA ANCHE DI STORIA, PATINA E, SOPRATTUTTO, DI SUDORE ED AMORE DELLO SCULTORE OTTOCENTESCO CHE L'HA (COSI' BENE, AGGIUNGO IO) REALIZZATO.
IMPORTANTI NOTE SULLE MODALITÀ' DELLA CONSEGNA/INCOMPRENSIONI AL MOMENTO DELLO SCARICO.
Ho deciso di scrivere questa nota al paragrafo delle consegne in quanto, sempre più spesso, AL MOMENTO DELLO SCARICO, si verificano delle incomprensioni (che poi diventano le telefonate - in sede od al mio collaboratore consegnatario - di cui faccio sotto la trascrizione) del tipo:
A) "Ma io credevo che il vostro dipendente il camino me l'avrebbe portato sino in casa" (Il signore in questione abitava al quarto piano senza ascensore ed il camino aveva parti del peso di circa un quintale cadauna);
B) "Ma come, lei non me lo monta compreso nel prezzo?!" (Il "montaggio" d'un camino può variare, a seconda delle mille modalità possibili, dai 700/800 € sino ai 3-4000 € e magari qual camino costava 1500 €..);
C) Il nostro dipendente consegnatario (che da più di vent'anni a questa parte spende giornate al telefono solo per cercare (giustamente, no?) di soddisfare al massimo le esigenze di tempo dei clienti), spesso si trova alle prese con una cliente con la quale, ad esempio, aveva concordato il rendez-vous per la consegna alle 16 del pomeriggio, la quale cliente, dimentica dell'orario stabilito, non risulta in casa ad attendere il desiato caminetto e, come nulla fosse, gli dice.. "Beh, porti pazienza ma io prima delle ore 20 non sarò a casa, si figuri che devo ancora passare dalla parrucchiera";
D) Si è concordato un pagamento in contanti tra noi ed il cliente al momento dell'acquisto. Poi, al momento della consegna (da tener presente che noi concordiamo il giorno e l'ora della consegne ALMENO tre giorni prima con il cliente) il cliente non ha i contanti concordati e magari sfodera un assegno delle Poste Italiane (i più falsificati al mondo!!). Così, se va bene, il nostro dipendente deve aspettare che il cliente vada in banca a fare il prelievo che non aveva fatto prima oppure il mio collaboratore deve ricaricare il tutto e perdere magari mezza giornata oltre a tutte le spese che una trasferta comporta (E SON TANTE, CREDETEMI!);
MORALE DELLA FAVOLA/CONSIDERAZIONI PER EVITARE CHE CERTE SITUAZIONI NON SI DEBBANO PIU' VERIFICARE:
Nel caso A) i clienti hanno evidentemente travisato il concetto di "CONSEGNA" mutandolo in "PRETESA DI PRESTAZIONE DA SCHIAVO EGIZIANO". A questo proposito rammento a questi signori che la schiavitù finisce con Lincoln nel secolo XIX° e che, salvo non ci sia un ascensore utilizzabile (nel qual caso il nostro dipendente farà il possibile per portare sino all'appartamento le varie parti del camino), il sollevamento di oggetti così importanti, FATTI SALVI I CONTRATTI DI TRASLOCHI, è a carico dell'acquirente. Come da Usi e Costumi civilissimi in vigore in Italia più o meno da un centinaio d'anni.
Nel caso B) invece, il cliente confonde un termine singolo e semplicissimo quale "CONSEGNA" con una frase complessa quale "CONSEGNA CON PRINCIPESCO REGALO ANNESSO".
Nei casi C) e D), che accomuno, la dimenticanza o la sottovalutazione di un impegno preso diventa MALEDUCAZIONE soprattutto nei confronti di chi lavora, magari distante centinaia di km da casa, magari costringendo il mio dipendente a far brutte figure con il cliente che sta aspettando la consegna successiva.